Lo scorso febbraio è uscito 'Brainsturbation' il nuovo album degli UADG (Ultimi Abitanti di Giove).

Nove sono le tracce contenute nel disco, di cui 3 brani originali e 6 improvvisazioni collettive. Ad affiancare Luca Burocchi (chitarre) e Giorgio Panico (basso) questa volta ci sono Emanuele Pellegrini (batteria) e Fabio D'Isanto (batteria). Il disco è stato interamente registrato in due sessioni "live in studio", presso lo "Studio Teclas", il 12 e il 27 gennaio 2018, da Luca Burocchi (riprese audio, mixaggio e mastering). Copertina, grafiche, fotografie e video sono state curate da Anna Gebbia mentre i testi all'interno del booklet sono di Francesco Furlan. Il disco è pubblicato in maniera indipendente (attraverso cd baby) ed è uscito il 23 febbraio 2018.

- Spesso negli album troviamo brani originali provati e riprovati prima di essere registrati. Voi avete deciso di inserire nel vostro disco ben sei improvvisazioni collettive. Cosa sono di preciso e come ci si prepara?
"Si parte da un suono e si costruisce un brano. Ognuno di noi presta la propria identità all’elaborazione collettiva di un’idea semplice ed immediata che si trasforma in composizione istantanea. La consapevolezza di ciò che si fa e di come lo si fa è la chiave per il perseguimento di tale obiettivo, in modo da poter mantenere la coerenza di pensiero necessaria per rendere le improvvisazioni vere e proprie composizioni. Non esiste una vera e propria preparazione a riguardo – se non quella acquisita dal singolo musicista in base ai propri studi e alla propria esperienza -, ci si basa sull’ascolto reciproco, sull’interplay. Lo stesso vale per i brani originali: non abbiamo fatto prove, ci siamo solo dati qualche indicazione in più riguardo ritmiche e strutture, abbiamo registrato ed è stata buona la prima".

- Esiste un filo conduttore che lega i 9 brani del disco?
"La masturbazione cerebrale! In realtà tutto il percorso che riguarda gli UADG ha un unico filo conduttore: la ricerca. Sperimentiamo continuamente differenti linguaggi e sonorità, appartenenti ai contesti culturali, geografici e storici più disparati, con l’obiettivo di sviluppare nuove e alternative soluzioni stilistiche. Pertanto, la scelta dei collaboratori – che siano musicisti, scrittori, grafici etc. - è fondamentale. Oltre al talento e alla preparazione ci interessano le peculiarità che li caratterizzano, rendendoli artisti unici".

- Riuscite a definirvi in un genere, chi sono gli artisti a cui vi ispirate?
"Non ci preoccupiamo di catalogarci né di cimentarci in uno o più generi musicali specifici. Facciamo musica e pensiamo a divertirci. Come gruppo non ci ispiriamo a nessun artista in particolare. Le influenze che si possono avvertire nei nostri brani dipendono dai più o meno differenti background che abbiamo. Ci sono elementi jazz, blues, rock, ma anche di musica classica, etnica e molto altro ancora".

- Rispetto a qualche anno fa ora sembra molto più semplice registrare un album. Secondo voi quali sono i lati positivi e negativi?
"Poter produrre un disco in maniera indipendente e, al tempo stesso, mantenere una qualità professionale di registrazione è sicuramente buona cosa. L’espressione artistica non può essere vincolata da interessi commerciali e da contratti".

- Progetti per il futuro?
"Molti, alcuni già in lavorazione e altri ancora da sviluppare".

Luca Maria Burocchi guitar / Giorgio Panico bass
Emanuele Pellegrini drums (tracks 2, 3, 5, 6 and 8) / Fabio D’Isanto drums (tracks 1, 4, 7 and 9)

Compositions by Luca Maria Burocchi (‘147’ and ‘Mobile’) and Giorgio Panico (‘Satan’s Great Ball’)

Recorded at Studio Teclas on January 12, 2018 (tracks 2, 3, 5, 6 and 8) and January 27, 2018 (tracks 1, 4, 7 and 9)
Engineered by Luca Maria Burocchi / Cover, graphic design and creativity: Anna Gebbia / Texts: Francesco Furlan

Thanks to:
Mirco Presciutti and Federico Valeri
Released on February 23, 2018 / Produced by UADG / Made in EU