Il trio musicale Bartender è da poco rientrato in Umbria dopo la tournée ad Hong Kong (Cina). In poche righe ci raccontano di questa esperienza, che ci auguriamo essere la prima di una lunga serie..
“Appena atterrati non avevamo idea di cosa ci aspettasse. Ma durante il volo e nei giorni che precedono la partenza abbiamo cercato di immaginarla. Eppure la realtà, forse quella di ogni viaggio in un luogo denso e complesso, è che una città così ti sorprende e ti cambia. E quando torni a casa capisci che il tuo sguardo sul mondo è cambiato. Per sempre. Una città enorme, estrema, in cui ad ogni angolo siamo stati sorpresi da rumori nuovi e assordanti, dalle luci potenti che illuminano la notte. E gli odori. Così diversi, densi di una cultura che sapevamo non avremmo avuto il tempo di comprendere davvero.
E allora ci siamo lasciati cullare e ci siamo ritrovati a ruotare la testa come bambini in un luna park. Siamo italiani, siamo occidentali. Abbiamo suonato in tanti posti ritrovando sempre radici comuni, similitudini di pensiero. Ma Hong Kong è altro. E' come viaggiare in una macchina del tempo che ti porta in una dimensione parallela. Tra passato e futuro. Forse è una proiezione delle trasformazioni che attendono molte metropoli. Ma è un luogo che, con integrità, mantiene i propri principi e le proprie tradizioni.
E anche il rapporto col pubblico è stato nuovo ed emozionante. Erano tutti, davvero, tutti quanti attenti, curiosi, precisi nell'osservare i dettagli, affamati di sfumature. E si sono appassionati, ci hanno appassionato, testimoniando ancora una volta che il contatto vero col pubblico, l'empatia, è il punto focale di chi come noi ama suonare dal vivo. L'ascolto attivo, la partecipazione, trasformano e amplificano le capacità, migliorano lo spettacolo. Abbiamo dato il massimo perché abbiamo ricevuto il massimo. E il risultato ha sorpreso noi e loro. Un successo non filtrato da preconcetti. Non si sono chiesti se fossimo conosciuti, famosi, non hanno giudicato ciò che sapevano o non sapevano di noi. Hanno ascoltato e guardato il nostro show. Ci hanno seguiti concerto dopo concerto. E ci hanno premiato per quello che abbiamo saputo dare. Non è esattamente l'accoglienza a cui siamo abituati in Italia, dove spesso sembra di non fare abbastanza e che sia impossibile spiccare il volo. A Hong Kong non solo è possibile. Ci è successo. Ed è per questo che non vediamo l'ora di ripetere questa esperienza. Il prima possibile.”