Il pubblico liquido.
Brunori ed il suo spettacolo teatrale hanno reso il pubblico liquido. Liquido, per adattarsi alle varie scenografie emozionali del poeta, citando il cantautore stesso, auto-laureatosi tale. Partendo dagli spassosissimi monologhi intrisi di salsicce di maiale e di ramen del Lago di Como [cit.], Brunori ha accompagnato il suo pubblico, attraverso le sue canzoni, a diventare liquido, ad adattare le proprie emozioni a ciò che l'autore voleva far loro provare. Da La Verità, vincitrice del Premio Tenco 2017 come Miglior Canzone dell'Anno, a Canzone contro la Paura - elogio della Leggerezza Impegnata, quella che ti prende a sberle in faccia per costringerti a pensare -, passando da Costume da Torero, eseguita con tanto di montera in testa, lanciata in aria a fine brano, Brunori ha regalato poesia e molte parole mai retoriche o, con ostinazione, volutamente tali. Lo spettacolo ripropone, per intero, l'album A casa tutto bene, ultimo dei quattro album di Brunori Sas, modificandone la scaletta ed arricchendolo di racconti sulla Vita.
Don Abbondio ci racconta di quandolo sguardo si poggia sempre altrove, di inchini di madonne per paura e per rispetto, e della nostra bocca, spesso incapace di indignarsi; il singolo Lamezia-Milano, racconto di un'esistenza divisa fra Calabria e Milano, nel mezzo metro quadro di un volo low-cost dove con i gratta-e-vinci ci si curano i bambini [cit.]; La Vita Liquida, ovvero la Liquida Modernità teorizzata dal sociologo Zygmunt Bauman e la semplicità di adattamento delle nostre convenzioni e convinzioni ai contenitori contingenziali che ci si prospettano davanti; L'Uomo nero, ovvero i giudizi e i pregiudizi della nostra Società, è per quelli che chiudono la porta di casa a doppia mandata e anche per chi pensava che dopo l'Inverno sarebbe arrivata la Primavera... e invece no; Colpo di pistola, tragica e, purtroppo, consueta storia di Amore e Morte, in bilico fra un'esplosione d'arma da fuoco ed una fanfara; Secondo me ed il pallido equilibrio fra discutibile coerenza e pallida intransigenza; La Vita Pensata, ovvero quando il rimpianto è solo un modo un po' infantile per sentirsi intelligenti.
E poi è arrivata Diego ed io: oltre alla drammaticità della travagliata e disperatissima storia d'amore tra Frida Kahlo ed il suo uomo, Diego Rivera, la composizione, in questa forma liquida -appunto- da teatro, ha fatto assaporare cumino e paprika, sono comparsi pavoni e corpi di cristallo, una casa azzurra e mescal, con un arrangiamento che strizza l'occhio allo joropo venezuelano e alla musica balcanica, con la voce solista di Simona Marrazzo ad interpretare Frida.
Uniche eccezioni -graditissime- alla totalità della scaletta di A casa tutto bene Come stai, la frase d'esordio nel mondo, un ricordo del padre scomparso e un racconto di quanto sia spaventoso ciò che ancora non conosciamo, come il mare profondo o la scomparsa di una persona a noi cara e Arrivederci tristezza, quando l'occhio non vede che il cuore non sente più niente, avvitamento dell'intelletto e della Ragione che, in virtù del suo nome, vuole avere sempre ragione nonostante il Cuore, nonostante noi.
A rendere magico lo spettacolo è stato sicuramente l'allestimento luci: più che illuminare, danzano; più che mostrare, inventano: fasci di luce, taglienti come lame, sollevano lembi di pelle e di coscienze. Degna di nota anche la scenografia: con i suoi fondali dalla semplicità geometrica, i musicisti hanno performato su due falangi che si sono aperte, con fulcro il fondale stesso, disegnando mutate forme e nuovissimi spazi.
Meritano attenzione i tratti di Daniele Pampanelli: art director, grafico, ed artista con una forte inclinazione per il ritratto del mondo musicale, in qualità d'illustratore della locandina del tour ha realizzato l'immagine di Brunori che ha aperto lo spettacolo, proiettando la stessa sul sottile lembo di scena: ha fatto conoscere al pubblico in sala l'Intelletto, il Cuore e la Pancia di Brunori, autore che stupisce sempre per simpatia, leggerezza, emozione e partecipazione.
Arrivederci, Dario Brunori: ci siamo goduti questa dolcezza, domani chissà...